PIL svizzero: FMI rialza le sue stime

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Nonostante persistenti incertezze, il Fondo monetario internazionale (FMI) valuta le prospettive per l'economia svizzera in modo piuttosto ottimistico.

Per il 2025, infatti, prevede una crescita del Prodotto interno lordo (PIL) dell'1,3%, ha comunicato in un'analisi presentata oggi, martedì. Si tratta di un dato superiore a quello dello scorso aprile, quando l'FMI aveva rivisto al ribasso le stime dopo l'annuncio sui dazi da parte del presidente USA Donald Trump. Allora, la crescita era stata stimata al di sotto dell'1%.

In linea di principio, gli esperti del fondo continuano a considerare la Svizzera una delle economie più competitive, resilienti e innovative al mondo.

Keller-Sutter incontra Macron

Keystone

Karin Keller-Sutter ha avuto oggi un colloquio all'Eliseo con Emmanuel Macron sulle attuali sfide geopolitiche in Europa e sulla questione dei dazi USA.

Stando a quanto indicato dal dipartimento federale delle finanze, il presidente francese ha detto che si impegnerà affinché la Svizzera sia risparmiata dagli effetti secondari di eventuali contromisure doganali UE per proteggersi dai dazi USA.

Sia l'UE che la Svizzera stanno negoziando con Washington per evitare l'imposizione di nuovi dazi da parte americana. Anche l'organizzazione del prossimo G7 a Evian nel 2026 è stata discussa.

Guerra commerciale costerebbe cara a CH

17,5 miliardi di franchi, circa 2'000 per abitante. A tanto ammonterebbe il costo di una guerra commerciale causata dai dazi di Donald Trump per la Svizzera, secondo il direttore del centro ricerche sulla congiuntura (KOF) Jan-Egbert Sturm, intervistato oggi dal Blick.

"L'incertezza è veleno per l'economia" spiega Sturm, aggiungendo che l'impossibilità di pianificare frena gli investimenti, in particolari quelli delle aziende legate all'export.

La presidente della Confederazione si è detta ottimista sulle trattative in corso e fiduciosa di arivare almeno ad un'intesa di base sui principi con gli USA entro il 9 luglio.

Da domani nuovo riacquisto azioni UBS

Inizierà domani il nuovo programma di riacquisto delle proprie azioni da parte di UBS, per un valore fino a 2 miliardi di dollari, deciso nell'assemblea di aprile per i prossimi due anni.

L'istituto non annuncerà l'importo totale dei riacquisti di azioni e dei rimborsi di capitale fino alla pubblicazione dei risultati finanziari per l'intero anno 2025.  Nel 2022, UBS ha riacquistato proprie azioni per un valore di 5,6 miliardi di franchi svizzeri.

Prima del dibattito politico sull'adeguatezza delle riserve patrimoinali, la banca avrebbe dovuto tornare al livello precedente l'acquisizione di Credit Suisse entro il 2026.

Canada cancella tassa su big tech

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Il Canada ha annunciato di avere cancellato una tassa sui servizi digitali, che avrebbe colpito principalmente le big tech USA, nella speranza di poter arrivare a un accordo commerciale con gli USA dopo l'acrimoniosa interruzione delle trattative due giorni fa.

L'annuncio è stato dato dal ministro delle finanze François-Philippe Champagne, precisando che i negoziati devono portare a un accordo entro il 21 luglio.

La tassa avrebbe gravato del 3% i ricavi della pubblicità online di gruppi come Google, Meta, Apple e sarebbe dovuta entrare in vigore domenica.

Niente accordi a nostre spese

Keystone

La Cina adotterà "ferme contromisure per proteggere i suoi diritti e interessi legittimi" nel caso in cui qualsiasi Paese finisca per stipulare accordi commerciali con gli Stati Uniti "a spese di Pechino" in cambio della cosiddetta riduzione dei dazi USA". Lo ha affermato un portavoce del ministero del commercio cinese.

Il governo cinese ha ribadito la sua "ferma opposizione" verso pratiche simili, rispondendo a una domanda dei media sui recenti colloqui commerciali degli Usa con altre economie  planetarie.

I dati di giugno indicano un miglioramento dell'attività manifatturiera cinese per il secondo mese consecutivo.

Maxisconto fiscale per USA

EBU

Le multiazionali USA, a cominciare dai giganti del Web, saranno esentate dalla "global minimum tax", l'aliquota minima di imponibilità per le corporation (15%) che era stata concordata nel 2021 sotto gli auspici dell'OCSE tra oltre 140 paesi. Lo ha deciso il G7.

E' una vittoria per Donald Trump, che aveva definito ingiusto il provvedimento, minacciando di ritorsioni fiscali i paesi che vi avessero assoggettato i proventi delle multinazionali USA realizzati sul loro territorio.

La questione si lega alla nuova megalegge di bilancio all'esame del Senato USA. Invece della tassa globale minima, le multinazionali USA saranno sottoposte ad un regime americano alternativo.

Allarme per prossimi dazi USA

Keystone

L'economia globale "risentirà dell'impatto dell'alta incertezza ancor prima del pieno effetto dei dazi" perché le imprese stanno ritardando gli investimenti e le famiglie aumentano il risparmio per cautelarsi.

E'l'allarme che la Banca dei regolamenti internazionali lancia nel suo Rapporto economico annuale a proposito degli annunciati dazi USA.

"La frenata deve ancora manifestarsi nei dati - scrive l'istituto di Basilea - ma l'alta incertezza e la fiducia in calo di consumatori e imprese segnalano chiaramente un deterioramento in arrivo per l'attività economica", con la crescita attesa in peggioramento significativo "per diversi Paesi".